Come siamo nati

PresentazioneIl progetto di costruzione di questo Corpo di Polizia Locale è una sfida ambiziosa - un libro da scrivere - come ambizioso è spiegare da queste pagine quello che vorremmo essere e come vorremmo essere visti.

Chi siamo però non è l'immagine ambiziosa di dove vogliamo arrivare, ma la fotografia di uno stato di fatto che racconta una storia troppo recente per poggiare su solide basi di tradizione ed esperienza in un servizio e su un'area vasta e complessa come quella dell'Unione. Quello di cui siamo sicuri è di avere avviato - con il sostegno ed il coraggio di Amministrazioni moderne e lungimiranti - un processo quasi rivoluzionario, che stravolge gli stereotipi campanilistici che erano la forza delle singole polizie locali, e la disperazione dei cittadini (italiani e stranieri) che giustamente non capivano le differenze di metodo, organizzazione, operative tra un territorio e l'altro, confinanti.

Siamo, in questo, il primo Corpo di polizia locale di una Unione di comuni nel ferrarese, che è anche la prima e unica Unione di comuni nella nostra provincia.

Il Corpo di Polizia Locale dell'Unione Terre e Fiumi è una struttura organizzativa dell'Unione, e questo è un dato di fatto: in parte recupera la storia dei singoli comuni conferenti - che mantengono comunque una centralità nelle scelte organizzative - in parte mutua esperienze gestionali di altri contesti territoriali, in parte è frutto di scelte nuove. Il personale è transitato dai comuni - Copparo, il più grande, Berra, Tresigallo, Formignana, Jolanda e Ro - nell'organico dell'Unione, quindi dipende formalmente da essa giuridicamente e funzionalmente. Le esperienze che si fondono all'interno del Corpo sono di diverso tipo e livello, e per questo preziosissime in quanto esaltano il valore del radicamento territoriale, la conoscenza approfondita di una struttura sociale che è patrimonio esclusivo della polzia locale, e un valore da preservare e sviluppare. Questo, l'esaltazione delle specificità del territorio - invero piuttosto omogeneo - per noi è un punto fermo: lungi dal volerci trasformare in un Corpo impersonale e distaccato dai bisogni delle comunità che rappresentiamo, scommettiamo invece sul divenire rappresentanti e portavoce autorevoli di comunità che conservano valori, tradizione, bisogno del contatto e del consiglio amichevole, ed anche capacità di garantire con equità il rispetto delle regole.

Sappiamo che il nostro ruolo è quello di occupare quello spazio indistinto e spesso incerto che si pone tra l'ordinata quotidianità ed i bisogni più semplici fino alla gestione e presidio di tutte quelle manifestazioni di disagio, insofferenza e fastidio che caratterizzano la struttura sociale attuale. Sappiamo che questo non possono farlo le altre Polizie, che assumono su di sè compiti oltremodo gravosi in questo periodo storico di incertezza, paure talvolta irrazionali, di cambiamenti sociali epocali.

Divisa vigiliSiamo consapevoli di essere all'inizio, e che il raggiungimento di un'ideale di perfezione ed equilibrio è ancora lontana: ma i nostri obiettivi sono chiari, e sono inamovibili anche tra le contingenti difficoltà - la difficilissima situazione della finanza pubblica, la disperata situazione delle amministrazioni locali sempre più terminali ultimi di una politica di risanamento fatta di spada, lacrime e sangue - che ci potranno anche rallentare, ma non fermare.

Ad oggi ci accontentiamo di essere un reale e concreto punto di riferimento sia per le amministrazioni che per le comunità: organizzato con moduli operativi flessibili, stiamo gradatamente ampliando i nostri ambiti operativi di intervento – spaziando dall’attenzione alle problematiche sociali a quelle ambientali, da quelle più attinenti al profilo repressivo generale alla viabilità, fino ad arrivare all’articolazione di progetti per strutturate azioni nel campo della prevenzione sociale – acquisendo responsabilità, competenze e sensibilità pochi anni fa assolutamente non prevedibili. C’è un nesso diretto ed inscindibile tra costituzione del Corpo dell'Unione e sviluppo esponenziale delle attività, e rimanda a tutti quelli che erano i prodromi alla base delle motivazioni al vincolo associativo: economie di scala, multidisciplinarietà della formazione, tecnologia, specializzazione, maggiore consapevolezza di ruolo e cultura civile e del territorio sufficientemente omogenee.

Non era prevedibile, solo qualche anno fa, arrivare a questo punto: abbiamo imparato a voler essere attori qualificati nel cambiamento sociale e non  è secondario l'essere proattivi, capaci di partecipare alle scelte ed orientarne in parte la direzione. Amministrazioni attente ci hanno permesso di lavorare per divenire una struttura poliedrica, in grado di mischiare operatività e capacità di leggere il contesto territoriale in cui vive e lavora: questa delicatissima linea di credito va rafforzata e valorizzata, restituendo la fiducia in qualità, efficienza, intelligenza, equilibrio.

Non sappiamo se riusciremo a recuperare l'abitudine tutta italiana di contestare tutto quello che rappresenta il rispetto delle regole ed il controllo, soprattutto sulle strade: conosciamo bene le cose per le quali siamo visti come fastidiosi gabellieri, e come ora l'immagine quasi romantica del vigile urbano abbia ceduto il posto - in un periodo di insofferenze ed incertezze sociali - a quella del poliziotto incurante delle difficoltà economiche delle famiglie: a noi piace pensare anche a tutte le persone che, rivolgendosi a noi per qualsiasi tipo di problema piccolo o grande - e il nostro territorio è ricco di questa sensibilità - cambiano idea e percepiscono che sanzionare comportamenti scorretti significa rispettare chi le regola le osserva, e che l'abitudine a rilevare incidenti non abitua mai a vedere soffrire chi direttamente o meno ne è coinvolto.

Qualcuno dirà - sorretto anche da una campagna mediatica senza precedenti - che siamo dipendenti pubblici, e come tali privilegiati e nullafacenti: noi vorremmo essere apprezzati e conosciuti per privilegiare  la cultura del lavoro che, sempre, mette in primo piano l'organizzazione ed il servizio rispetto agli obiettivi individuali ed agli interessi di "corporazione", che pur hanno una loro ragione d'essere quando vogliono dire "appartenenza".  

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